IL DIABETE DI TIPO 1 è una malattia autoimmune, cronica e degenerativa per la quale, ad oggi, non esiste una cura, ma solo una terapia salvavita.
L'incidenza di questa patologia - la cui causa è ancora non chiara alla comunità scientifica - è in aumento in tutto il mondo e colpisce in modo preponderante bambini e adolescenti, ma può presentarsi a qualsiasi età e si manifesta in modo violento.
MA COSA SIGNIFICA? ----> Il pancreas non produce più insulina in quanto l’organismo auto-distrugge le beta cellule che la producono.
Quindi si genera una condizione di iperglicemia, cioè troppo zucchero in circolo nel sangue che in assenza dell'ormone insulina (la cui azione si può paragonare ad una sorta di "chiave") non riesce ad entrare nelle cellule.
Ad oggi, l’insulina iniettata dall’esterno è l’unica terapia possibile. Senza insulina si muore.
COME SI FA AD ACCORGERSENE? ----> Sintomi del Diabete tipo 1_1.pdf
Se si hanno questi sintomi, i principali esami ematochimici e delle urine per confermare la diagnosi sono:
All’esordio della malattia (ovvero il momento in cui viene diagnosticata) si diventa subito insulino-dipendenti. In alcuni casi, e per un periodo variabile, si mantiene una lieve funzionalità residua del pancreas. Questo periodo è definito “Luna di Miele” e se ne ha evidenza attraverso un esame del sangue - il peptide C. Il peptide C è il frammento peptidico che precorre l’insulina e la sua concentrazione nel sangue.
Nei casi in cui i segnali non vengano individuati tempestivamente nel corpo si crea una condizione di chetoacidosi. Cosa è? In assenza di insulina, che permette al glucosio di penetrare negli organi, il glucosio resta fermo nel sangue (iperglicemia). Mancando il glucosio nelle cellule, queste cominciano ad utilizzare gli acidi grassi per ottenere energia.
Senza un intervento tempestivo, la chetoacidosi degenererà nel pericoloso stato di coma chetoacidosico che, nei casi più severi, condurrà alla morte.
L'incidenza della chetoacidosi diabetica di nuova insorgenza, potenzialmente pericolosa per la vita, è aumentata vertiginosamente, probabilmente a causa di un minore ricorso all'assistenza di emergenza alla comparsa dei primi sintomi.
Tutto questo è ancora più importante tenendo conto che l'incidenza di diabete di tipo 1 è in crescita dopo la pandemia di Covid-19: prima del 2020 l'incremento nelle diagnosi era del 2-4% ogni due anni, fra il 2019 e il 2021 questo numero è decuplicato e arrivato al 27%.
PER QUESTO E' FONDAMENTALE SENSIBILIZZARE. Il Diabete Tipo 1 non si può prevenire, MA si può conoscere e trattarlo tempestivamente senza esporci a rischi!
2 genitori su 3 non conoscono i sintomi del diabete tipo 1.
Iniziata la terapia insulinica -unico salvavita- attraverso la somministrazione multi-iniettiva con le penne o attraverso il microinfusore, lo stato di iperglicemia comincia a rientrare; tuttavia, un buon controllo glicemico è fondamentale per scongiurare complicanze nel lungo termine (nefropatia, retinopatia, neuropatia, infarto del miocardio).
Per una persona con diabete tipo 1, i valori ottimali della glicemia a digiuno e prima dei pasti sono compresa tra 70 e 130 mg/dl, dopo due ore dai pasti fino a 140-180 mg/dl ed una emoglobina glicata (particolare test che valuta la glicemia nei tre mesi precedenti) inferiore a 7%.
Recenti indicazioni dalla comunità scientifica, suggeriscono, sfruttando anche la tecnologia di oggi, di tendare un passo in più, ovvero cercare di ridurre il target max di 180 mg/dl a 140 mg/dl.
(valore peraltro suggerito alle donne con Diabete Gestazionale)
Il diabete non è contagioso. Potrebbe esistere una predisposizione genetica a sviluppare il diabete tipo 1. Chi ha un esordio di DT1 in famiglia e vuole controllare la propria predisposizione genetica può sottoporsi all’esame TrialNet – approfondimenti nella sezione LINK UTILI